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giovedì 15 dicembre 2016

Avvento #15



L'ultimo castello, J. Vance


La Mostra dei Tabarri dell'Antiquariato, una sfilata annuale di Phane abbigliate in abiti sontuosi, si teneva nella Grande Rotonda a Nord della piazza centrale. Quasi la metà dei Cavalieri, ma meno di un quarto delle Dame, possedeva delle Phane.
Erano queste creature native delle grotte della luna di Albireo Sette, molto docili, festose e affettuose, le quali, dopo diverse centinaia di anni di incroci, erano diventate delle silfidi dalla bellezza prorompente. Avvolte da una garza delicata prodotta dai pori che avevano dietro le orecchie, e che scendeva lungo le braccia e dietro la schiena, erano le più inoffensive delle creature, sempre preoccupate di piacere e candidamente frivole.
Gran parte dei Cavalieri le trattava con affetto, ma ogni tanto si sentiva parlare di qualche Dama che aveva immerso una Phane particolarmente detestata nella tintura d'ammoniaca, che le macchiava la pelle e distruggeva la sua garza per sempre.
Un Nobile infatuato di una Phane suscitava ilarità. La Phane, sebbene venisse allevata con tale cura da sembrare una delicata fanciulla, se usata sessualmente si sciupava e dimagriva, e la sua garza si scoloriva e, anche se tutti lo sapevano, diversi gentiluomini avevano fatto un cattivo uso delle loro Phane.

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