Gli autori di
su Fantasy land
Intervista con...
CLAUDIO CORDELLA
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Claudio Cordella è il primo ospite del nuovo appuntamento settimanale con gli autori pubblicati da La Mela Avvelenata. Vediamo cos'ha da raccontarci.
D: Domanda d’obbligo
per riscaldare l’ambiente: chi è Claudio Cordella?
Vai a saperlo, nemmeno io lo so! Dovevo iscrivermi a una
facoltà scientifica mentre invece poi è finita che mi sono laureato in
Filosofia. Insoddisfatto della mia tesi, incentrata sull'idea di utopia, in
seguito mi sono iscritto a Storia e son diventato medievista. Eppure, non ancora
soddisfatto, poco dopo ho seguito un master imperniato sull'archeologia
industriale. Ho scritto articoli per riviste, sia on line che cartacee, novelle
e saggi eppure ciò nonostante non mi sento ancora uno scrittore. Mi sembra di
essere una creatura d'interfaccia, bloccata nel mezzo tra dimensioni
differenti. Un po' come i cyborg della sci-fi.
D: Il lavoro di uno
scrittore è fatto di molte cose, non sempre è facile e di sicuro non è mai
“leggero”. Cosa significa per te scrivere? Come nascono le idee per i tuoi
romanzi/racconti?
Scrivere è una maledizione, solo in un vecchio telefilm come Magnum
P. I., per non parlare di certe odierne
semplificazioni offerte dai mass-media, lo scrittore è una specie di
star che sforna best-seller uno dietro l'altro. Naturalmente con grande
facilità perché il mestiere del romanziere è un'attività di tutto riposo,
comprendente mega-ville, lusso sfrenato e fama. Tra l'altro, per quanto strano
possa sembrare, a me riesce più semplice scrivere saggistica che narrativa. Analizzare
un testo letterario, un lungometraggio, oppure una serie televisiva o un
fumetto, implica lo smontare e il comprendere qualcosa che è già esistente.
Stesso discorso per la ricostruzione di un'epoca storica passata. Un'opera di
narrativa può partire da simili elementi concreti, come una civiltà del passato
o un'opera d'arte, ma poi deve rendere conto di un intero universo fittizio
plasmato dall'immaginazione. In ogni caso, sia che ci si voglia dedicare alla
divulgazione o alla stesura di romanzi e/o novelle, il ricorso alla
documentazione è indispensabile, sia per evitare grossolanità ed errori
madornali, sia per essere realmente innovativi. La fantasia si basa sulla
conoscenza della realtà, non sul nulla.
D: Essendo una
grafomane, sono molto curiosa di sapere quanti altri autori usano i mezzi
“tradizionali”, almeno nella prima stesura. Tu come scrivi: carta e penna o
direttamente al pc? Ascolti musica per calarti nelle atmosfere della tua opera
o preferisci il silenzio? E soprattutto, fai una scaletta prima di iniziare o
scrivi “a braccio”?
Sia per una conclamata dipendenza dalle tecnologie
informatiche, sia per un problema alla mano destra mi è difficile scrivere con
carta e penna. Dunque mi sarebbe proprio impossibile fare una prima stesura
cartacea dei miei lavori e poi mettere tutto su computer in tempi ragionevoli.
In genere ascolto musica ma non sempre, spesso al mattino o al primo
pomeriggio, serve a darmi una svegliata! In particolare canzoni j-pop, come
quelle della Kokia o delle Kalafina. Mi piacciono molto le colonne sonore,
ultimamente mi capita spesso di mettere in sottofondo la OST del Doctor Who composta
da Murray Gold.
D: Quali sono i tuoi
generi e i tuoi autori preferiti? C’è qualche scrittore (o qualche libro) in
particolare che ti ha “cambiato la vita”?
Credo che i generi abbiano confini assai labili e sfumati. Io
stesso ho tentato di creare degli ibridi non facilmente classificabili. Ad
esempio L'Orda del vento, capolavoro del francese Alain Damasio che ho
molto apprezzato, è il tentativo di racchiudere in un romanzo un mondo
totalmente altro rispetto al nostro. Damasio si è pure inventato delle nuove
leggi fisiche per descrivere il funzionamento del suo universo, al tempo stesso
fantascienza e fantasy. Adoro questo genere di sperimentazioni più che un
genere particolare. Da amante degli anime giapponesi, per fare un
esempio, ho molto apprezzato per questo motivo il film Tenshi no tamago
(L'uovo dell'angelo) di Mamoru Oshii, lungometraggio “difficile”,
criptico e fortemente simbolico ma ambientato in una dimensione crepuscolare
che sfugge a qualsiasi categorizzazione. Direi che Isaac Asimov, con la sua
logica e la sua idea di storia, mi ha cambiato la vita e dopo di lui William
Gibson con una visione della tecnologia assai meno ottimistica e l'impiego di
un linguaggio assai più barocco. Inoltre, il monumentale Dune di Frank
Herbert ha avuto una grande influenza su di me.
D: Progetti letterari
(e non solo) futuri.
Al momento sto raccogliendo materiale per un saggio di
carattere storico-archeologico, c'è una marea montante di irrazionalismo
pseudo-scientifico che mistifica il nostro passato. Mentre Pompei crolla si
fanno programmi televisivi che parlano di alieni in visita presso i Maya, di
Atlantide e di altre sciocchezze del genere. Non è raro trovare nelle librerie
testi scientifici seri, dedicati alla autentica archeologia, posti accanto a
corbellerie incentrate sulla paleo-astronautica e alle super-civiltà
preistoriche. Credo che ci sia bisogno di una corretta divulgazione e nel mio piccolo
vorrei fare la mia parte.
D: Per concludere, una
citazione dal tuo romanzo/racconto pubblicato con La Mela Avvelenata.
«Alla fine avrebbe riunito
sotto la sua bandiera, il vessillo dell'Orsa Maggiore, tutti i reietti del
cosmo, dando il via alla più imponente crociata rivoluzionaria di tutti i
tempi. Ridando così la speranza a miliardi di persone disperate, oppresse e
affamate. Solamente quando ammira sé stesso cavalcare un verme delle sabbie
mentre impugna una spada laser, incitando all'assalto legioni di soldati dalle
lucenti corazze tecnologiche, si rende conto di stare sognando». (Restituzione).
D: Grazie per essere
stato qui. Appuntamento alla prossima settimana con Weekly Apple #2. Chi sarà il
prossimo ospite?
Intanto, visitate il sito della Mela Avvelenata: basterà cliccare sull'immagine qua sotto!