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sabato 3 dicembre 2016

Avvento #3






Il Signore degli Anelli, J.R.R.Tolkien


Ad ovest dell'Eriador, tra le Montagne Nebbiose e i Monti Luhun, vivevano Uomini ed Elfi. Vi erano persino gli ultimi Numenoreani, i re degli Uomini giunti per Mare dall'Ovesturia in tempi remoti; ma poichè stavano velocemente sparendo, le terre del loro Regno del Nord erano in un pietoso stato di abbandono. Vi era quindi spazio in abbondanza, e presto si formarono le prime piccole comunità di Hobbit. Della maggior parte di queste colonie, ai tempi di Bilbo, non vi era più alcuna traccia. Una sola delle più importanti sopravviveva ancora a circa quaranta chilometri dalla Contea, a Brea e nel circostante Bosco Cet.
Fu senza dubbio a questi tempi che gli Hobbit appresero l'alfabeto dai Numenoreani, ai quali gli Elfi avevano insegnato a scrivere. Dimenticarono così tutte le lingue che avevano adoperato prima, per parlare unicamente la Lingua Corrente, il cosoiddetto Ovestron, di uso comune nelle terre dei re da Arnor a Gondor e sule coste del Mare dal Golfo di Belfalas a Luhun. Conservarono per ancora qualche termine, come i nomi dei mesi e dei giorni e gran parte dei nomi di persona.
All'incirca dalla stessa epoca cominciarono a contare gli anni, segnando così la fine delle leggende e il nascere della storia Hobbit. Fu nell'anno 1601 della Terza Era, che i due fratelli paloidi, Marcho e Blanco, partirono da Brea; e avendo ottenuto il permesso dal gran re di Fornost attraversarono il fiume Baranduin seguiti da un gran numero di Hobbit.

venerdì 2 dicembre 2016

Avvento #2





L’apprendista assassino, Robin Hobb


Perché è proibito trascrivere specifiche conoscenze di magia?
Forse perché tutti temiamo che cadano in mano a chi non è degno di usarle. Di certo è sempre esistito un sistema di apprendistato per assicurarsi che tali conoscenze magiche vengano trasmesse soltanto agli adepti che ne sono ritenuti degni. Sebbene la proibizione sembri un lodevole tentativo di proteggerci dai praticanti immeritevoli del sapere arcano, si ignora il fatto che la magia non deriva da queste conoscenze. La predisposizione a un certo tipo di magia può essere solo innata o assente. Per esempio, il talento per la magia nota come Arte è legato strettamente alle relazioni di sangue con la dinastia reale dei Lungavista, sebbene possa verificarsi anche come “tendenza spontanea” fra coloro che discendono sia dalle tribù dell’Interno che dagli Isolani. Un uomo addestrato nell’Arte è in grado di protendersi verso la mente di un altro, non importa quanto lontano, e di conoscere quello che l’altro sta pensando. Chi è potente nell’Arte può influenzare i pensieri dell’altro, o conversare con lui. È una facoltà estremamente utile per dirigere una battaglia, o raccogliere informazioni.
La tradizione popolare narra di una magia ancora più antica, ora oggetto di profondo disprezzo, nota come lo Spirito. Pochi sono disposti ad ammettere una predisposizione per lo Spirito, quindi si dice sempre che è prerogativa degli abitanti della valle vicina, o di quelli che vivono oltre le creste più lontane. Io sospetto che un tempo fosse la magia naturale di coloro che vivevano della terra come cacciatori piuttosto che come popoli sedentari, un potere utile a coloro che provavano affinità con le bestie selvagge dei boschi. Lo Spirito, così si dice, conferiva l’abilità di parlare i linguaggi degli animali. Si veniva anche ammoniti che chi praticava lo Spirito troppo a lungo o troppo bene si trasformava nell’animale al quale si era legato. Ma può essere solo una leggenda.