Certe storie sono immortali. E potenti. Come la tragica storia di Heatcliff e Catherine, ambientata tra le brughiere battute dal vento dell'Inghilterra più suggestiva. Ecco a voi l'incipit di questo magnifico romanzo.
1801. — Sono appena ritornato da una visita al mio padrone di casa, il
solo vicino col quale avrò a che fare. Questa è indubbiamente una bella
contrada. Credo che in tutta l'Inghilterra non avrei potuto scegliermi
un altro posto più lontano dal frastuono della società. È il paradiso
del perfetto misantropo; e il signor Heathcliff ed io siamo fatti
apposta per una simile desolazione. Un uomo veramente singolare! Non
immaginava certo quale viva simpatia sentissi per lui quando vidi i suoi
occhi neri ritrarsi così sospettosamente sotto le ciglia al mio
avanzare a cavallo, e le sue mani rifugiarsi ancor più addentro nel
panciotto, con gelosa risolutezza, all'annuncio del mio nome.
«Il signor Heathcliff» dissi.
«Il signor Heathcliff» dissi.
[Emily Brontë, Cime tempestose, traduzione di Rosina Binetti, Garzanti, 2010]
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