Intervista con...
DIEGO COLLAVERI
Quarta intervista dell'appuntamento settimanale con gli
autori pubblicati da La Mela Avvelenata con l'eclettico Diego Collaveri. Vediamo cos'ha da raccontarci.
D: Domanda d’obbligo
per riscaldare l’ambiente: chi è Diego Collaveri?
Diego Collaveri è semplicemente un autore che in quasi 20
anni ha attraversato musica, cinema ed editoria. Nasco come un giovanissimo
chitarrista e arrangiatore per EMI music, carriera che ho dovuto abbandonare
prematuramente. Attraverso la scrittura sono giunto all'ambiente
cinematografico, mia grande passione. Ho affrontato la sceneggiatura in tutte
le sue forme facendomi le ossa in case di produzione come Fandango e Miramax,
al tempo stesso ho studiato regia al fianco di vari registi italiani.
Successivamente ho aperto un'etichetta di produzione indipendente, la Jolly
Roger Productions, che oltre a realizzare prodotti video aveva lo scopo
didattico di affiancare ai neofiti del mestiere professionisti del settore,
ricreando un'esperienza vera di set. L'aver approfondito lo studio della storia
cinematografica mi ha valso vari riconoscimenti e oggi svolgo anche attività
giornalistica per varie riviste di genere on line. Da 5 anni sono attivo anche in campo editoriale,
attraverso varie case editrici. Fondamentalmente sono un autore di noir, ma non
mi dispiace spaziare negli altri generi per testare le mi capacità.
D: Il lavoro di uno
scrittore è fatto di molte cose, non sempre è facile e di sicuro non è mai
“leggero”. Cosa significa per te scrivere? Come nascono le idee per i tuoi
romanzi/racconti?
Per me scrivere è un lavoro, come appunto dicevi, quindi lo
affronto con professionalità e responsabilità. Questo mi serve per restare
sempre coi piedi per terra, cosa che a mio parere è basilare per chiunque
voglia sottoporsi al giudizio di un pubblico. Ritengo che un autore deve sempre
confrontarsi con gli altri, in primo luogo con professionisti per avere
riscontro delle proprie capacità, in secondo luogo per crescere e maturare come
artista. Molto spesso l'ego personale travalica il raziocinio dell'oggettività,
quindi avere l'umiltà di confrontarsi con chi ha più esperienza e accettarne le
critiche è quel che serve per crescere professionalmente. Le idee per quel che
scrivo nascono dal quotidiano e dall'attenzione maniacale per i particolari,
dalla curiosità che mi porta a farmi continuamente domande, il tutto mescolato
da una fervida fantasia.
D: Essendo una
grafomane, sono molto curiosa di sapere quanti altri autori usano i mezzi
“tradizionali”, almeno nella prima stesura. Tu come scrivi: carta e penna o
direttamente al pc? Ascolti musica per calarti nelle atmosfere della tua opera
o preferisci il silenzio? E soprattutto, fai una scaletta prima di iniziare o
scrivi “a braccio”?
Prima anch'io usavo carta e penna per buttar giù idee, o
suggerimenti che poi sviluppavo in seguito, poi ho scoperto che mettendoli su
pc è più facile ritrovarli, quindi ora mi affido totalmente al mezzo
informatico. Venendo dalla sceneggiatura, dove ci sono tempi strettissimi e non
sempre si possono avere le condizioni ideali per scrivere, ho sviluppato la
capacità di farlo ovunque, dove e quando capita, anche se preferisco farlo in
silenzio a casa, luogo che mi da la possibilità anche di poter ripetere a voce
alta le parole mentre le scrivo, metodo perfetto per dare un senso che sia il
più reale possibile ai dialoghi. Quando sviluppo un progetto seguo un metodo,
che poi è un adattamento personale di ciò che viene insegnato in un qualsiasi
corso professionale di scrittura. Parto da un'idea, un qualcosa che voglio
sviluppare, prendo due fogli e su uno scrivo il susseguirsi degli eventi,
mentre sull'altro, man mano che saltano fuori, descrivo i vari personaggi, di
cui approfondisco le caratteristiche e gli intrecci (che magari non
necessariamente poi sono presenti nella storia vera e propria). Dopo questa
prima fase per me il romanzo/racconto è concluso e già totalmente nella mia
testa come se avessi visto un film, resta solo il tempo fisico di mettermi
seduto e tramutarlo in scritto, cosa che per fortuna mi viene abbastanza
veloce. Quindi, per rifarmi alla tua domanda, a una fase di “scaletta” segue
una fase “a braccio”.
D: Quali sono i tuoi
generi e i tuoi autori preferiti? C’è qualche scrittore (o qualche libro) in
particolare che ti ha “cambiato la vita”?
Ultimamente dedico poco tempo alla lettura narrativa, poiché
mi concentro di più sulla saggistica cinematografica, ma sicuramente il noir è
il genere che mastico di più sia, in film che in libro. Se ci penso non ho uno
scrittore o un libro che mi ha cambiato la vita, ma un'esperienza legata a un
libro letto da piccolissimo. Avevo circa otto anni quando, arrivato alla fine
della versione integrale di Peter Pan di James Barrie, decisi che il finale non
mi soddisfaceva e quindi mi misi a riscriverlo. Penso sia stato il primo
momento in cui ho messo su carta parte della mia fantasia.
D: Progetti letterari
(e non solo) futuri.
Attualmente mi sto concentrando sulla promozione di Anime
Assassine – la vendetta del cigno nero, con cui, tra i tanti eventi, sarò a
fine Aprile ospite del Fi-Pi-Li Horror Festival, nella sezione dedicata ai
romanzi thriller, e a Settembre al Lomellina in Giallo, uno dei festival noir
più accreditati in Italia. Dal punto di vista della scrittura sto sviluppando
un nuovo noir, diverso da quel che ho fatto fino a ora con l'ispettore Quetti
nella saga di Anime Assassine, ma preferisco non dire altro.
D: Per concludere, una
citazione dal tuo romanzo/racconto pubblicato con La Mela Avvelenata.
"Quando alzai la testa, ormai fradicia, ero di nuovo davanti alla centrale.
Non mi ero nemmeno accorto che la sigaretta si fosse spenta a causa della pioggia; solo quando mi fermai l’odore acre del mozzicone bagnato che avevo tra le labbra raggiunse pungente le narici, disgustandomi. Lo sputai lontano, come a volermi liberare di un qualcosa che mi assillava da anni, ma quell’amaro che sentivo in bocca non se ne andò, anzi, sembrò restare per ricordarmi il sapore della realtà. Lo stomaco mi si rivoltò dallo schifo. Guardai il mio riflesso in una pozzanghera agitata dall’acqua che cadeva, e per la prima volta sentii il peso di ciò che era diventata la mia vita: un qualcosa di cui non mi sarei mai potuto liberare. Mi resi conto che tutto questo avrebbe finito per consumarmi e dopo tanti anni mi sentii di nuovo solo."
(Anime assassine - La vendetta del Cigno Nero)
"Quando alzai la testa, ormai fradicia, ero di nuovo davanti alla centrale.
Non mi ero nemmeno accorto che la sigaretta si fosse spenta a causa della pioggia; solo quando mi fermai l’odore acre del mozzicone bagnato che avevo tra le labbra raggiunse pungente le narici, disgustandomi. Lo sputai lontano, come a volermi liberare di un qualcosa che mi assillava da anni, ma quell’amaro che sentivo in bocca non se ne andò, anzi, sembrò restare per ricordarmi il sapore della realtà. Lo stomaco mi si rivoltò dallo schifo. Guardai il mio riflesso in una pozzanghera agitata dall’acqua che cadeva, e per la prima volta sentii il peso di ciò che era diventata la mia vita: un qualcosa di cui non mi sarei mai potuto liberare. Mi resi conto che tutto questo avrebbe finito per consumarmi e dopo tanti anni mi sentii di nuovo solo."
(Anime assassine - La vendetta del Cigno Nero)
D: Grazie per essere
stato qui.
Grazie a te.
Appuntamento alla prossima settimana con Weekly Apple #5. Chi sarà il prossimo ospite?
Grazie a te.
Appuntamento alla prossima settimana con Weekly Apple #5. Chi sarà il prossimo ospite?
Intanto, visitate il sito della Mela Avvelenata: basterà cliccare sull'immagine qua sotto!
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