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mercoledì 14 dicembre 2016

Avvento #14



Legami di luce, V. Nazarian (in La giustizia delle Spade, a cura di M.Z.Bradley)

 

Arirante cavalcava uno stallone color dell'argento. Le bardature erano d'oro e pelle pregiata, dal collo dell'animale pendevano gocce di opale e topazio. La donna non indossava orpelli, solo una veste da guerriero nera e grigia. Alla mano destra aveva un unico anello di metallo, e lo indossava soltanto perché portava il sigillo imperiale. I capelli erano fermati da un cerchietto di pallida seta, pettinati in tre trecce lunghe sino alla vita: una per il Sud, una per il Nord e una per l'Est. La treccia dell'Ovest non la poteva aggiungere ancora.
Dietro Arirante venivano i guerrieri della sua scorta. era un corteo di diecimila uomini e riempiva la strada fino all'orizzonte orientale.
Alle porte della grande Città dell'Ovest furono accolti da lanci di petali di rosa e polvere d'ambra. Il giovane imperatore dell'Ovest in persona li attendeva e quando Arirante si chinò dalla grande altezza del dorso del suo stallone per afferrare quelle mani pallide e delicate, il suo sguardo vivo incrociò il remoto crepuscolo di quello di lui. Poi, quando l'ebbe di fronte, altrettanto alta e forte, Erester sollevò le proprie mani - più fini dell'avorio più puro che Arirante avesse mai visto - e con un gesto semplice le mise al collo una ghirlanda di fiori bianchi. Da quella ghirlanda scaturì una luce che danzò un istante con sublime follia, e quando la sfiorò la donna fu percorsa da un brivido. Da quel momento Arirante, che non aveva mai amato prima, amò, senza sapere perché, quell'uomo dagli occhi di crepuscolo che non poteva eppure doveva essere suo marito.
 

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