L’apprendista assassino, Robin Hobb
Perché è proibito
trascrivere specifiche conoscenze di magia?
Forse perché tutti
temiamo che cadano in mano a chi non è degno di usarle. Di certo è sempre
esistito un sistema di apprendistato per assicurarsi che tali conoscenze
magiche vengano trasmesse soltanto agli adepti che ne sono ritenuti degni.
Sebbene la proibizione sembri un lodevole tentativo di proteggerci dai
praticanti immeritevoli del sapere arcano, si ignora il fatto che la magia non
deriva da queste conoscenze. La predisposizione a un certo tipo di magia può
essere solo innata o assente. Per esempio, il talento per la magia nota come
Arte è legato strettamente alle relazioni di sangue con la dinastia reale dei
Lungavista, sebbene possa verificarsi anche come “tendenza spontanea” fra
coloro che discendono sia dalle tribù dell’Interno che dagli Isolani. Un uomo
addestrato nell’Arte è in grado di protendersi verso la mente di un altro, non
importa quanto lontano, e di conoscere quello che l’altro sta pensando. Chi è
potente nell’Arte può influenzare i pensieri dell’altro, o conversare con lui. È
una facoltà estremamente utile per dirigere una battaglia, o raccogliere
informazioni.
La tradizione popolare
narra di una magia ancora più antica, ora oggetto di profondo disprezzo, nota
come lo Spirito. Pochi sono disposti ad ammettere una predisposizione per lo
Spirito, quindi si dice sempre che è prerogativa degli abitanti della valle
vicina, o di quelli che vivono oltre le creste più lontane. Io sospetto che un
tempo fosse la magia naturale di coloro che vivevano della terra come
cacciatori piuttosto che come popoli sedentari, un potere utile a coloro che
provavano affinità con le bestie selvagge dei boschi. Lo Spirito, così si dice,
conferiva l’abilità di parlare i linguaggi degli animali. Si veniva anche
ammoniti che chi praticava lo Spirito troppo a lungo o troppo bene si
trasformava nell’animale al quale si era legato. Ma può essere solo una
leggenda.
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